Il disturbo post-traumatico da stress (PTSD) è una condizione di salute mentale che viene scatenata da un evento terrificante, vissuto o assistito.
I sintomi possono includere flashback, incubi e forte ansia, oltre a pensieri incontrollabili sull’evento e possono essere classificati in quattro gruppi:
I sintomi possono variare nel tempo o variare da persona a persona.
Il PTSD può derivare non solo dalle condizioni che hanno portato un immigrato a lasciare il proprio paese d’origine (ad esempio, guerra, conflitti, povertà), ma anche dalle esperienze vissute nel nuovo paese (ad esempio, disoccupazione, esclusione sociale).
I bambini, anche se non hanno vissuto direttamente eventi traumatici, possono essere influenzati dalle storie che i genitori e gli altri membri della famiglia ricordano e raccontano.
Gli immigrati riportano un numero significativamente maggiore di sintomi depressivi, soprattutto a causa del loro status socioeconomico inferiore.
La disoccupazione, l’isolamento e la lunga attesa nel processo di richiesta di asilo sono direttamente correlati alla depressione.
In che modo la depressione non trattata influisce sul corpo umano?
La maggior parte dei rifugiati e degli immigrati è ripetutamente esposta a stress ed eventi traumatici nel proprio Paese e durante il viaggio verso aree più sicure.
Si stima che i disturbi d’ansia siano presenti in 1-2 rifugiati su 10.
Assicurarsi che i rifugiati e gli immigrati raggiungano l’integrazione sociale nei Paesi ospitanti può essere considerata la strategia di prevenzione dei disturbi mentali potenzialmente più influente a livello di salute pubblica.
Fattori di rischio
Prima del reinsediamento:
guerre e altre forme di conflitto armato, persecuzioni, discriminazioni o disastri naturali prima della partenza dai loro Paesi.
Durante il reinsediamento:
disoccupazione, solitudine, incertezza sulle procedure di asilo e sul futuro, accesso limitato a cibo e/o cure mediche.
Dopo il reinsediamento:
preoccupazione per la sorte delle loro famiglie, indipendentemente dal fatto che le famiglie siano immigrate con loro o rimaste nel Paese d’origine.