Fonte: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/10815690/
Il tumore della vescica rappresenta circa il 3% di tutti i tumori e, in urologia, è secondo solo al tumore della prostata. È più comune tra i 60 e i 70 anni ed è tre volte più frequente negli uomini che nelle donne.
Alla diagnosi, il tumore della vescica è superficiale nell’85% dei casi e infiltrante nel 15%. Il tasso di sopravvivenza a cinque anni in Europa è più alto per gli uomini (sopravvivenza relativa a 5 anni standardizzata per età, 69%) che per le donne (66%).
Fattori di rischio in aumento per il cancro alla vescica:
I sintomi del cancro alla vescica sono comuni ad altre malattie del tratto urinario. I sintomi più frequenti sono la presenza di sangue nelle urine (ematuria) e la formazione di coaguli, una sensazione di bruciore nella vescica quando si stringe l’addome, difficoltà e dolore durante la minzione e una maggiore predisposizione alle infezioni. Con il progredire della malattia, questi disturbi possono diventare importanti.
Il tumore della vescica può diffondersi localmente e a distanza per via linfatica, prima ai linfonodi e poi, attraverso il flusso sanguigno, ai polmoni, al fegato e alle ossa.
Il suo comportamento non è sempre prevedibile in termini di recidiva, aggressività e metastasi.
L’approccio terapeutico odierno, tuttavia, prevede interventi combinati, che possono comprendere la chirurgia, la chemioterapia o l’immunoterapia e la radioterapia in varie combinazioni.
La sopravvivenza dei pazienti affetti da tumore alla vescica aumenta trattandoli precocemente con l’immunoterapia (Atezolizumab) insieme alla chemioterapia
Attualmente non esistono programmi di screening o metodi di diagnosi precoce scientificamente affidabili. Anche la citologia urinaria può dare falsi negativi se le cellule tumorali sono difficili da distinguere da quelle sane.
Occorre quindi attuare misure preventive legate alle abitudini di vita, che consistono nella cessazione del fumo, in una dieta sana ed equilibrata e nella sorveglianza dei lavoratori a rischio.